Emergenza idrica, Biancani interroga la Regione: «Dobbiamo puntare anche su dissalatori per l’acqua marina e impianti di potabilizzazione delle acque di superficie costiere, il cambiamento climatico spinge verso questa direzione».

"Priorità individuate da un anno, ma ancora nulla è stato fatto. Sfangamento dei bacini esistenti, riduzione delle perdite, interconnessione delle reti, tutto fermo. Nel frattempo in Adriatico, a Taranto, nasce il più grande dissalatore d'Italia"
«Quali sono gli interventi realizzati per contrastare la carenza di acqua potabile, in particolare nella provincia di Pesaro-Urbino?». Lo chiede il Vicepresidente del Consiglio regionale, Andrea Biancani (Pd), in un'interrogazione sulla crisi idrica.
«Le priorità sono state individuate da un anno, ma nulla è stato fatto – denuncia Biancani - Sfangamento dei bacini esistenti, riduzione delle perdite, interconnessione delle reti, tutto fermo. Il problema della carenza di acqua è ormai diventato strutturale, è un'emergenza mondiale dovuta ai cambiamenti climatici per la quale non bastano più soluzioni tampone, ma l'amministrazione regionale e gli enti direttamente interessati non sembrano esserne consapevole e perfino le misure di ordinaria manutenzione procedono a rilento».
«In Consiglio regionale lo scorso 5 luglio, in piena emergenza estiva – ricorda Biancani - sono stati approvati diversi atti di indirizzo, tra i quali una mozione del gruppo Pd, di cui ero il primo firmatario, che chiedeva precisi impegni per fronteggiare la riduzione di acqua potabile, in previsione dell'estate 2023. Gli invasi localizzati nella provincia di Pesaro e Urbino e gestiti da Enel Green Power hanno ormai una capacità di raccolta ridotta, meno della metà dei volumi iniziali, a causa dell'accumulo di materiali inerti. La rete idrica è molto ramificata, lunga più di 5.000 chilometri e in larga misura usurata, con perdite assolute registrate nel 2020 pari al 32,9%. Inoltre l'elevata frammentazione della rete, con oltre 400 punti di captazione, aumenta i problemi di fornitura nell'entroterra e rispondere a tutto questo con l'utilizzo di autobotti è ormai una soluzione antieconomica, inquinante e poco ecologica».
Per Biancani «il cambiamento climatico spinge a fare scelte in tempi rapidi, guardando a nuove soluzioni. Il futuro può essere l'utilizzo delle acque dolci da falde superficiali poco pregiate, presenti in particolare lungo le valli nelle vicinanze delle zone costiere, e soprattutto dell'acqua marina, sottoposta ad adeguati processi di dissalazione». A questo proposito il consigliere regionale segnala un progetto di potabilizzazione ad osmosi inversa già avviato a Fano, sfruttando la falda presente nella pianura alluvionale alla foce del Metauro, «un progetto pilota che andrebbe ampliato anche in altre zone del territorio». Mentre sulla dissalazione, cita l'impianto progettato in Puglia, a Taranto, «con un investimento di circa 100 milioni di euro, in parte da fondi del PNRR, nascerà il più grande dissalatore d'Italia, in grado di produrre oltre 55mila metri cubi di acqua potabile al giorno, per il fabbisogno di almeno 385mila persone».
«Oltre a basare gli approvvigionamenti sulle risorse degli invasi, che vanno costantemente puliti, di fronte alla costante diminuzione delle precipitazioni dobbiamo puntare anche su impianti per la dissalazione dell'acqua marina, meglio ancora se alimentati da fonti energetiche rinnovabili, che consentono di abbattere i costi di produzione e di diminuire l'impatto ambientale. E' vero che l'acqua desalinizzata ha un costo maggiore, sui 2-3 euro al metro cubo, contro un prezzo medio di circa 1,35 euro, ma rispetto ai danni economici causati dalla siccità e dal razionamento non c'è paragone. L'acqua è fondamentale non solo per l'uso domestico, ma anche per l'industria e soprattutto per l'agricoltura».
«Questi progetti richiedono anni – conclude Biancani - per questo nel frattempo devono essere realizzate operazioni come lo sfangamento, per il quale chiediamo alla Regione di sollecitare Enel Green Power, nonostante il termine sia fissato entro il 2029. Rinnoviamo la richiesta di finanziamenti statali ed europei per riqualificare la rete acquedottistica, sia per ridurre la dispersione sia per interconnettere gli acquedotti, riequilibrando la distribuzione soprattutto nell'entroterra». Infine viene proposto, oltre ad un percorso di educazione dei cittadini per evitare lo spreco di acqua, «di istituire quanto prima un tavolo regionale con gli enti di governo degli Ambiti Territoriali Ottimali in vista del piano idrico straordinario nazionale che il Governo intende avviare, come preannunciato all'inizio di marzo, e sul quale le Regioni saranno chiamate ad esprimersi».
L'interrogazione è stata sottoscritta da Micaela Vitri e dal gruppo PD.
Andrea Biancani (Pd), Vicepresidente Consiglio regionale