Lo squilibrio Nord/Sud pesa sulle cure palliative Una ricerca di Fondazione ANT sui propri dati porta a galla le criticità Nel Mezzogiorno pazienti più giovani e più gravi.

03.05.2023

'End-of-life care for patients with cancer: clinical, geographical, and sociocultural differences'. O, in italiano, 'Trattamenti di fine vita per pazienti oncologici: differenze cliniche, geografiche e socioculturali'. Si intitola così l'articolo scientifico che, firmato da Rita Ostan, Silvia Varani, Francesco Pannuti, Raffaella Pannuti (presidente di Fondazione ANT), Guido Biasco ed Eduardo Bruera e appena pubblicato sulla rivista Palliative & Supportive Care (Cambridge University Press), prova una volta di più l'esistenza in Italia di uno scenario a due facce. Quello, ricostruito dall'indagine attraverso i dati delle attività assistenziali di ANT, che ci parla di molte differenze fra le aree centro-settentrionale e centro-meridionale del Paese, in termini di qualità delle prestazioni erogate, nell'ambito delle Cure Palliative (CP) per pazienti oncologici terminali. 

Ebbene, sullo sfondo di una branca del mondo assistenziale alla quale in Italia, loro malgrado, si accostano quasi 500mila pazienti ogni anno, la ricerca condotta su 1.721 pazienti oncologici (919 residenti nel Centro-Nord e 802 nel Centro-Sud) entrati in un programma di cure palliative domiciliari ANT nell'anno 2020 e deceduti entro il 31 agosto 2021 racconta di diverse criticità. Parte delle quali derivanti da un'effettiva copertura dei bisogni nazionali che arriva a stento al 19% degli aventi diritto.

Dando conto, poi, di "rilevanti disomogeneità interregionali, soprattutto per quanto riguarda l'assistenza domiciliare" che iniziano dall'età e dalla gravità del degente nel momento dell'ingresso nel sistema delle CP. I pazienti del Centro-Sud, infatti, risultano allo stesso tempo mediamente "più giovani" e "in uno stadio più avanzato della malattia rispetto al Centro-Nord". Perché gravati, già alla presa in carico da parte di ANT, da una maggiore frequenza di "sintomi quali astenia, nausea, cachessia, ansia, dispnea, delirium e alterazioni dell'alvo". Senza contare che "la sopravvivenza dei pazienti assistiti dalla Fondazione al Centro-Sud, a decorrere dal momento della presa in carico, è più breve rispetto al Centro-Nord".

Questo a livello generale, mentre nel dettaglio l'analisi di associazione tra dati demografici, indice dell'avanzamento patologico, dei sintomi e delle terapie all'ingresso e il numero di prestazioni cliniche fornite durante l'ultimo mese di vita evidenzia diversi altri problemi. Sono proprio i pazienti più giovani, mediamente più numerosi in un'area centro-meridionale del Paese dove prendersene cura è più complicato, che, del resto, "sembrano necessitare di un'assistenza più intensa e complessa in fine vita". Tendendo a "manifestare un livello maggiore di sofferenza e di distress negli stadi avanzati di malattia" e rappresentando per giunta "un carico emotivamente più pesante sia per la famiglia che per gli operatori sanitari". Senza contare (occorre puntualizzarlo senza falsi pudori, per amore di verità) che anche i costi economici di decorsi oncologici lunghi e tempestosi risultano molto alti per ANT e per quel SSN che finanzia in convenzione alcuni degli sforzi assistenziali a domicilio profusi da quest'ultima.

Profilo Fondazione ANT Italia ONLUS

Nata nel 1978 per opera dell'oncologo Franco Pannuti, dal 1985 a oggi Fondazione ANT Italia ONLUS – la più ampia realtà non profit per l'assistenza specialistica domiciliare ai malati di tumore e la prevenzione gratuite – ha curato oltre 149.000 persone in 11 regioni italiane (Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Marche, Campania, Basilicata, Puglia, Umbria). Ogni anno oltre 10.000 persone vengono assistite nelle loro case da équipe multi-disciplinari ANT che assicurano cure specialistiche di tipo ospedaliero e socio-assistenziale, con una presa in carico globale del malato oncologico e della sua famiglia. Sono complessivamente 471 i professionisti che lavorano per la Fondazione (medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti, fisioterapisti, farmacisti, operatori socio-sanitari etc.) cui si affiancano oltre 2.000 volontari impegnati nelle attività di raccolta fondi necessarie a sostenere economicamente l'operato dello staff sanitario. Il supporto offerto da ANT affronta ogni genere di problema nell'ottica del benessere globale del malato. A partire dal 2015, il servizio di assistenza domiciliare oncologica di ANT gode del certificato di qualità UNI EN ISO 9001:2008 emesso da Globe s.r.l. e nel 2016 ANT ha sottoscritto un Protocollo d'intesa non oneroso con il Ministero della Salute che impegna le parti a definire, sostenere e realizzare un programma di interventi per il conseguimento di obiettivi specifici, coerenti con quanto previsto dalla legge 15 marzo 2010, n. 38 per l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore. ANT è inoltre da tempo impegnata nella prevenzione oncologica con progetti di diagnosi precoce del melanoma, delle neoplasie tiroidee, ginecologiche e mammarie. Dall'avvio nel 2004 sono stati visitati gratuitamente 231.000 pazienti in 88 province italiane. Le campagne di prevenzione si attuano negli ambulatori ANT presenti in diverse regioni, in strutture sanitarie utilizzate a titolo non oneroso e a bordo dei due Ambulatori Mobili - BUS della Prevenzione. I mezzi, dotati di strumentazione diagnostica, consentono di realizzare visite su tutto il territorio nazionale. ANT opera in Italia attraverso 111 delegazioni e 63 "da Cuore a Cuore – Charity Point" (luoghi rivolti alla raccolta fondi, ma anche allo sviluppo di idee, progetti e relazioni), dove la presenza di volontari è molto attiva. Alle delegazioni competono, a livello locale, le iniziative di raccolta fondi e la predisposizione della logistica necessaria all'assistenza domiciliare, oltre alle attività di sensibilizzazione. Prendendo come riferimento il 2021, ANT finanzia la maggior parte delle proprie attività grazie alle erogazioni di privati (38%) al contributo del 5x1000 (13%) a lasciti e donazioni (19%). Il 19% di quanto raccoglie deriva da fondi pubblici. Uno studio condotto da Human Foundation sull'impatto sociale delle attività di ANT, ha evidenziato che per ogni euro investito nelle attività della Fondazione, il valore prodotto è di 1,90 euro. La valutazione è stata eseguita seguendo la metodologia Social Return on Investment (SROI). L'indagine è stata ripetuta tra il 2020 e il 2021 basandosi sulla Teoria del cambiamento. La ricerca, realizzata sempre da Human Foundation, rileva come a ogni euro investito negli ODO-ANT corrispondano circa 5 euro di beneficio (stime effettuate su valori medi, per un periodo di assistenza di 4 mesi): secondo i vari indicatori, infatti, i benefici economici a favore di assistiti, caregiver e SSN sono di oltre 7 mila euro in media per assistito, a fronte di circa 1.500 euro di costo medio per ANT. ANT è la 9^ Onlus nella graduatoria nazionale del 5x1000 nella categoria del volontariato. Fondazione ANT opera in nome dell'Eubiosia (dal greco, vita in dignità).

Da Fondazione ANT Italia ONLUS