Psichiatria. Biancani: “in arrivo 2 due nuovi psichiatri ma la situazione resta grave. Alcuni servizi rimangono a rischio".

"I neoassunti potevano essere 3 ma si è perso tempo e uno psichiatra ha deciso di accettare la proposta arrivata da Lucca."
"Ogni nuova assunzione va concentrate sull'Unità di Pesaro-Fano".
"Le associazioni e le famiglie mi stanno evidenziando grosse criticità nel Dipartimento di Salute Mentale di Pesaro - segnala Biancani, Vicepresidente del Consiglio regionale - e già a luglio avevo lanciato l'allarme e presentato un'interrogazione".
Da tempo l'Unità Operativa Complessa del Dipartimento di salute mentale di Pesaro sta perdendo personale a causa dei pensionamenti, del godimento di ferie arretrate in prossimità del pensionamento, di malattie, e soprattutto di trasferimenti e dimissioni per andare lavorare in altre regioni o nel privato.
Il distretto di Pesaro serve un bacino di 280.000 persone. In una situazione ottimale dovrebbe contare su 28 psichiatri. Per far funzionare le cose, tuttavia, basterebbe un minimo di 17 psichiatri, quanti erano fino al 2019. Ad oggi, però, gli psichiatri sono appena 11, con uno a tempo determinato che finirà a gennaio ed uno che ha ottenuto il trasferimento in Emilia-Romagna.
A Gennaio, grazie alle 2 nuove assunzioni, saranno quindi 10 i medici a disposizione, con almeno altri due che hanno già evidenziato la volontà di andare via, partecipando a concorsi in altre regioni, viste le condizioni di lavoro troppo gravose; si arriverebbe così ad appena 8 psichiatri.
Senza ulteriori rinforzi il carico di lavoro sul personale, in un settore in cui lo stress e il rischio di burnout sono elevatissimi. Un fatto che sta spingendo i medici a licenziarsi per andare a lavorare nel privato o nel pubblico di altre regioni, dove la carenza di personale non è così drammatica. Essendo in pochi, infatti, oltre a non coprire i servizi, si rischia anche di non seguire adeguatamente i pazienti, che avrebbero bisogno di attenzione costante e di figure di riferimento stabili, e che potrebbero avere dei peggioramenti. Peggioramenti di cui poi risponde il medico stesso.
Anche grazie alle sollecitazioni fatte nei mesi scorsi e nelle ultime settimane in Consiglio Regionale, è stato fatto un concorso a cui hanno partecipato 5 medici di cui 3 erano disponibili a lavorare da subito al servizio di Pesaro.
Purtroppo però, da quanto mi è stato riferito da alcuni operatori, la Regione sembrava non volerli assegnare tutti al servizio di Pesaro, nonostante la gravissima carenza di personale, e un medico ha deciso di accettare la proposta che nel frattempo gli è arrivata da Lucca.
A gennaio, l'Unità di Pesaro potrebbe rimanere con 10 medici, di cui alcuni in procinto di andarsene portandoli a 8, rischiando di dover chiudere ulteriori servizi come i Centri di Salute Mentale e mettendo a rischio persino il reparto di psichiatrica che, da solo, richiede almeno 5 psichiatri.
Assegnare subito tutti i nuovi medici del concorso sarebbe un primo segnale di attenzione a questo servizio e alle famiglie che vi fanno riferimento, e avrebbe potuto convincere i professionisti, che oggi pensando di andare via, a restare, migliorando le condizioni di lavoro di tutti.
La mancanza di psichiatri mette sempre più a rischio i numerosi servizi che devono coprire. Gli psichiatri dell'ASUR, infatti, oltre ad occuparsi dei reparti di psichiatria degli ospedali, gestendo le urgenze, i ricoveri volontari e quelli in Trattamento Sanitario Obbligatorio e le consulenze agli altri reparti, lavorano in tutti gli altri servizi territoriali.
I servizi territoriali includono i Centri di Salute Mentale (CSM) dove vengono coordinati gli interventi di prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale, tramite un programma terapeutico individualizzato e dove vengono effettuate attività psichiatriche ambulatoriali, di consulenza e di emergenza/urgenza. Tali Centri avevano anche sedi dislocate in vari Comuni del territorio (Pergola, Fossombrone, Mondolfo e Vallefoglia). Oltre a questi ci sono i centri diurni preposti ad attività riabilitative, nei quali i pazienti sperimentano abilità nell'attività quotidiana e nelle relazioni interpersonali, e le strutture riabilitative residenziali extra-ospedaliere, nelle quali lo psichiatra verifica periodicamente l'attuazione del programma personalizzato. Infine ci sono le visite e le consulenze nelle carceri di Pesaro e Fossombrone e le collaborazioni con i centri gestiti da associazioni e cooperative come CeIS, Alpha e T41.
Mi auguro, quindi, che l'ASUR continui a cercare psichiatri, fondamentali per tantissimi cittadini fragili e le loro famiglie, le quali, senza servizio pubblico, saranno sempre più costrette a seguire i propri cari in casa, a loro spese e con il loro lavoro di cura. Si tratta di un impegno che la Regione aveva preso a luglio in risposta ad un'interrogazione, sottoscritta anche da Micaela Vitri e dal Gruppo PD e che ha ribadito nelle ultime settimane".
Andrea Biancani Vicepresidente del Consiglio Regionale