Struttura socio-sanitaria di Villa Fastiggi Biancani: “A 2 anni dall’apertura, dei 90 posti disponibili ne sono stati convenzionati solo 53. Mediamente sono solo 30 quelli utilizzati”.

06.12.2022


"La Regione non utilizza a pieno le strutture del territorio e i cittadini continuano a rivolgersi in Emilia Romagna per avere i servizi, qualcosa non va".

Su segnalazione di diversi cittadini e operatori, ho presentato un'interrogazione alla Regione - spiega Andrea Biancani, Vicepresidente del Consiglio regionale (PD) - sull'utilizzo dei posti letto convenzionati presso la parte della struttura socio-sanitaria di Villa Fastiggi, attualmente gestita dal consorzio sociale Villa Fastiggi (costituito dalle cooperative CoossMarche, Labirinto e Nuovi Orizzonti).

In particolare ho chiesto di fare chiarezza su quanti dei posti letto inizialmente previsti siano stati realmente attivati e utilizzati, quali siano le ragioni del loro sottoutilizzo e se non sia opportuno valutare l'attivazione di convenzioni per altre tipologie di posti letto, per acuti e non, rispetto a quelli previsti per RSA e riabilitazione".

Tale struttura era stata pensata per rispondere a due esigenze: offrire un'assistenza sanitaria appropriata ai pazienti che non necessitano di ospedalizzazione ma non possono essere trattati presso il proprio domicilio, e offrire servizi riabilitativi adeguati nel territorio, puntando a ridurre la mobilità passiva verso le vicine strutture romagnole.

"Dalle segnalazioni ricevute - spiega Biancani - risulta che i posti siano sottoutilizzati. Parliamo della parte della struttura convenzionata, gestita dal consorzio sociale Villa Fastigi, che ha, potenzialmente, 90 posti letto, di cui 60 di RSA e 30 di riabilitazione intensiva ed estensiva.

Dei 60 posti di RSA, solo 53 sono stati effettivamente convenzionati, e non è stato convenzionato nessuno dei 30 posti per la riabilitazione intensiva ed estensiva. Inoltre, mi risulta, che dei 53 posti di RSA, meno di una trentina siano mediamente utilizzati, in pratica la metà.

Un sottoutilizzo che non dovrebbe accadere, visto che la struttura è nata proprio in risposta ad un piano del fabbisogno calcolato, gestito, ed aggiornato dall'ASUR, secondo il quale questi posti dovrebbero essere necessari e utilizzati, ma così non è.

Per questo chiediamo alla Regione anche le ragioni di questo fenomeno, per capire se derivi da una sopravvalutazione del fabbisogno rispetto a tale tipologia di posti letto o da una mancanza di risorse per pagare ai gestori i servizi di cui i cittadini hanno bisogno.

Se il problema fosse il fabbisogno, ritengo che la Regione debba individuare tipologie di prestazioni richieste da parte dei cittadini, ma per le quali mancano i posti letto. Per questo abbiamo chiesto se si sia riscontrata la necessità di attivare convenzioni per altre tipologie, per acuti e non, nella provincia di Pesaro e Urbino, in modo da poter ragionare su una eventuale trasformazione dei servizi offerti dalla struttura, nell'ottica di ridurre la mobilità passiva dando servizi di cui c'è reale bisogno.

Si continuano a mandare persone fuori regione per prestazioni e servizi che potrebbero trovar spazio in questa struttura o in altre sottoutilizzate, già esistenti e pronte. Non è accettabile avere strutture nuove sottoutilizzate e persone che vanno fuori regione perché non trovano le prestazioni sanitarie che gli servono. Per questo, mi auguro che, qualora il motivo sia veramente legato ad un'errata stima del fabbisogno, e quindi alla tipologia di servizi offerti, la Regione si attivi per individuare le prestazioni di cui c'è reale necessità, e per modificare di conseguenza i servizi richiesti ai gestori.

Se invece il problema fosse la carenza di risorse che permetterebbero ai cittadini di utilizzare le prestazioni convenzionate, qualora necessarie, il fatto sarebbe ancora più paradossale, perché mandare le persone fuori regione ci costa di più in termini di mobilità passiva e crea disagi per i cittadini. Secondo un recente studio dell'Università Politecnica delle Marche, elaborato in collaborazione con la Regione, nel quinquennio 2017-2021 la provincia di Pesaro e Urbino ha registrato una mobilità passiva ospedaliera extraregionale pari al 34,85% di quella totale regionale, per un valore di circa 40 milioni di euro. Soldi che, in parte, si potrebbero usare per sostenere le prestazioni nelle strutture pubbliche e convenzionate della provincia, ad un costo minore, invece che dare soldi a strutture dell'Emilia Romagna.

Mi auguro che la Regione nel rispondere all'interrogazione, sottoscritta anche da Micaela Vitri e dal Gruppo PD, faccia chiarezza sia sulle motivazioni del sottoutilizzo della struttura di Villa Fastigi, sia su quali siano i reali bisogni delle persone e della sanità pubblica in termini di servizi sul territorio, sia, infine, sull'eventuale carenza di risorse per garantire le prestazioni, in modo da poter pianificare al meglio l'offerta territoriale con le nuove aziende sanitarie che partiranno nel 2023.

Andrea Biancani - Vicepresidente Consiglio Regionale delle Marche